Dall’Australia alla Germania

La prima volta che ho incontrato Silvia eravamo ad un corso post-parto e ancora ricordo come, un po’ stanca ma felice, abbia dolcemente scostato il lenzuolino della carrozzina per presentarmi il suo bellissimo bambino. Silvia e’ una mamma italiana che sa dare sempre il massimo, nel lavoro e nella vita personale, e che colpisce per la sua forza di spirito e la sua tenacia. La sua esperienza di migrazione – anche per lei non la prima- meritava di essere raccontata e io la riporto qui sotto.

Puoi raccontarmi quando e per quale motivo sei arrivata qui a Monaco di Baviera?

Sono arrivata a Monaco nel giugno del 2016, quando ho ricevuto la proposta di trasferimento dall’azienda presso la quale lavoravo e tuttora lavoro.

Conoscevi gia’ questa citta’? Quali sono state le tue prime impressioni? Avevi vissuto in altre citta’ tedesche per avere un termine di comparazione?

Non ero mai stata qui prima di trasferirmi, ma avevo visitato altre città tedesche come Berlino, Francoforte ed Amburgo. Le mie impressioni sono state positive, in particolare per cio’ che riguardava la sicurezza. Essendo un periodo storico particolare e venendo da Roma ho notato una maggiore organizzazione (ad esempio nei servizi pubblici) ed un maggiore senso civico da parte del popolo tedesco.

Quali sono state le prime difficolta’ riscontrate, nella vita privata e nel lavoro? Come hai reagito?

Nella vita privata non ho avuto molte difficoltà, in quanto non mi sono trasferita da sola e, tramite una rete di conoscenze naturalmente italiane, non ho impiegato molto a fare nuove amicizie. Ho anche diverse amiche tedesche, ma a dire la verità hanno tutti compagni italiani. Nel lavoro ho sfruttato soprattutto la conoscenza dell’inglese, dato che lavorando in aeroporto mi relaziono quotidianamente con nazionalita’ diverse.

Hai un titolo di studio? Hai continuato ad utlizzarlo o ti sei reinventata? In che modo?

Si, sono laureata in Lingue nella Società dell’Informazione . Per il lavoro che svolgo ossia Store Manager non esiste un prerequisito specifico, l’importante è avere un titolo di studio e accumulare molta esperienza.

In che modo ti senti legata a questa citta’? Che valore aggiunto ha dato alla tua vita vivere qui?

In questa città e’ nato mio figlio e per questo credo resterà per sempre nel mio cuore. Rimanere qui mi ha spinta alla conoscenza di questa lingua (che di sicuro non rimane tra le piú semplici ed attraenti) e di una nuova cultura. Adoro viaggiare, ho vissuto quasi quattro anni in Australia e sono convinta che ogni posto nel mondo possa arricchire il nostro bagaglio culturale ed emozionale.

Ti senti diversa da come sei partita? Se si, in che misura e sotto quali aspetti?

Si, in particolare perché sono arrivata qui da sola e solo in un secondo momento mi ha raggiunto il mio compagno. Con la nascita di mio figlio, come succede per ogni mamma, la mia vita si è totalmente stravolta, e questa “rivoluzione” e’ stata ancor piu’ accentuata dall’ assenza della nostra famiglia che vive in Italia.

Ti senti integrata? Hai avuto la possibilita’ di imparare bene la lingua locale, fatti storici e culturali, seguire aspetti sociali e sviluppare relazioni soddisfacenti con persone tedesche? Pensi che lo stato e la societa’ tedesche diano sufficienti mezzi e opportunita’ a riguardo?

Si, devo dire che mi sento abbastanza integrata, specialmente dopo aver imparato meglio la lingua, ma questo non toglie che la società tedesca non sia tra le piú accoglienti ed aperte al mondo, soprattutto per cio’ che concerne la creazione di nuove amicizie.

Che aspetti apprezzi e non apprezzi della societa’ tedesca? Sono piu’ quelli che hai imparato ad apprezzare o a “criticare” nel corso del tempo? Puoi farmi qualche esempio?

Come accennato apprezzo il senso civico, il rapporto che hanno con il verde, la natura, lo sport, la minore ossessione per il vestire e l’apparire, e la maggiore libertà nell’educazione dei bambini, ossia quella “non iper- protettività” in cui spesso noi italiani eccediamo. Quello che non mi piace è la puntigliosità spesso esagerata con la quale i tedeschi sottolineano e fanno sottolineare gli errori altrui, la negativà che spesso ho riscontrato in molti, questo senso di ansia che li porta a stipulare mille tipi di assicurazioni per ogni tipo di inconveniente che gli possa accadere nella vita e questa voglia di “assimilare” piú che far integrare altre culture, come per esempio nell’educazione dei bambini “non tedeschi”. Spesso noto la loro freddezza e la loro non apertura a nuove amicizie, è tipico che dopo anni non ancora ci si conosca con il proprio vicino, cosa  molto atipica per noi in Italia. E per concludere: non apprezzo molto il cibo.

Cosa ti manca di piu’ del tuo paese di origine? Come convivi con la tua provenienza e le tue radici?

Sicuramente mi mancano la spontaneità e il sentimento italiano, come ad esempio poter decidere due minuti prima di trovarsi per andare a prendere un caffe’ insieme, e poi il nostro cibo, il nostro amore per la moda, la spensieratezza nel vivere la vita.

Senti che questo paese possa garantirti un futuro, per te e per tutte le persone coinvolte nella tua vita quotidiana (fidanzato, marito, figli etc.). Pensi – al momento – di poter rimanere qui ancora a lungo? Se si/ no perche’?

Qui trovo sicuramente maggiori prospettive di vita, anche per mio figlio, ma d’altro canto non mi piace immaginare di trascorrere tutta la mia vita qui; le mie origini sono altre e la mia famiglia è in Italia, spero quindi di poterci tornare non troppo tardi, per vedere i miei genitori invecchiare da vicino .

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