La bugia del multitasking: riflessione di una mamma nel turbinio della vita

In questi giorni mi ritrovo immersa in un turbine di emozioni. Mio padre è in ospedale dopo un’operazione rischiosa. I giorni trascorrono lentamente, ma allo stesso tempo volano via, nell’attesa di buone notizie e di un miglioramento della situazione.

Durante queste giornate, la mia mente è in continua fermentazione

Penso a tutte le cose che vorrei fare e a tutte quelle che non riesco a fare. Mi sento divisa tra il supporto alla famiglia, la gestione di mia figlia Viola mentre il mio compagno è via per lavoro e il mio lavoro freelance. Mi sento soffocare, ma continuo a spingere avanti nella speranza di poter dissipare i dubbi e le paure per il futuro di mio padre.

In questi giorni, mi sono trovata spesso intrappolata nel mito del multitasking, che sembra essere diventato una sorta di distintivo di onore per ogni mamma moderna: preparare la colazione mentre rispondo alle e-mail, pianificare una riunione mentre penso a cosa fare con Viola dopo l’asilo…la lista potrebbe continuare a mille.

Ma recentemente, dopo una sessione di coaching, ho avuto un’illuminazione. Ho realizzato quanto sia sbagliato questo approccio, soprattutto nei momenti di maggiore stress. Mia figlia ha bisogno di me qui e ora. La mia famiglia ha bisogno che io sia presente, almeno mentalmente. I miei colleghi hanno bisogno di una collega su cui fare affidamento durante le riunioni. I miei clienti hanno bisogno di una coach presente durante le mie sessioni.

Ho capito che il multitasking non mi permette di concentrarmi su una cosa alla volta, dilatando i tempi delle mie decisioni e impedendomi di dedicare del tempo di qualità a chi mi sta accanto. Ma guarda un po’…l’esito diametralmente opposto a quello che desideravo avere!

Ecco perché ho deciso di adottare tre semplici regole per affrontare questa trappola del multitasking , cercando di affrontare un momento comunque “provante” in un’ottica più serena:

1.     Strutturare bene le giornate: pianifico la mia giornata e la mia settimana scrivendo appuntamenti e impegni su carta. Cerco di essere generosa con me stessa, perché gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo e devo imparare a lasciar andare se non riesco a completare tutto. Personalmente, il metodo Eisenhower mi aiuta attualmente moltissimo. Si tratta di dividere le mie attività valutate in quattro criteri:

  1. importante e urgente: attività da eseguire al più presto e di persona;
  2. importante e non urgente: attività a cui porre una scadenza e da eseguire personalmente;
  3. non importante e urgente: attività da delegare se possibile;
  4. non importante e non urgente: attività che posso posticipare a data da definire.

Avere una lista mi aiuta in due maniere: 

visualizzando le mie attività (e creando anche una certa soddisfazione nel poter cancellare dalla lista quello che riesco a realizzare), riesco a vedere un’ottima “visuale” di ciò che posso e voglio fare

in secondo luogo, e al tempo spesso, riesco a svuotare la mia mente, creando uno spazio mentale senza la preoccupazione di dimenticare qualcosa.

2.     Ascoltare i livelli di energia: capisco quando i miei livelli di energia non sono al massimo e cerco di adattare le mie attività di conseguenza. Prima di mia figlia, adoravo correre e fare molto sport. Non ho smesso di piacermi, ma a volte sento che i miei livelli di energia sono diversi. Se non ho la forza di correre, opto per una camminata rigenerante.

3.     Dedicare una cosa alla volta: se sono in una riunione, non scrivo una mail nel frattempo. Se sono con Viola, non ascolto un podcast (ho cominciato anche a non farlo mentre corro, per sentire la natura attorno a me). Se parlo con il mio compagno, non rimango intanto a leggere il cellulare. Spoiler alert: non dico che non faccio mai una delle azioni sopra elencate, ma ci provo! C’è una sottile ma intensa linea tra prestare attenzione e dare la propria attenzione: il tempo non si presta, si dona. In una società che ci impone ritmi frenetici, dovremmo renderci conto che è il bene più importante e dovremmo fare molta attenzione a come e con chi lo utilizziamo. Eraclito diceva

 non ci immergiamo mai due volte nello stesso fiume

Questo momento non tornerà più. Meglio goderselo appieno.

Essere una madre al giorno d’oggi è una sfida, ma dobbiamo ricordare che siamo fatti di corpo e anima. Dobbiamo imparare a gestire il nostro tempo con saggezza e a godere di ogni istante con i suoi alti e bassi, senza lasciarci inghiottire dal vortice del multitasking.

Non è facile! Ma solo onorando il nostro tempo, quello di qualità, possiamo superare queste sfide e vivere una vita più autentica e appagante.

A noi la scelta.

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