Avete presente quando conoscete una persona con cui avreste potuto perfettamente incontrarvi dieci anni fa e poi , ironia della sorte, vi incrociate proprio nella situazione che mai vi sareste immaginati?
Io e Luisa abbiamo tantissimo in comune: siamo italiane, proveniamo dalle stesse zone, abbiamo studiato architettura a Venezia, lavoriamo a Monaco, i nostri mariti parlano lo stesso vocabolario, i nostri figli ci stordiscono nella stessa identica quantita’. E per questo facciamo a gara di imprecazioni.
Nonostante tutte queste coincidenze ci siamo conosciute solo due anni fa in uno studio di architettura e da colleghe siamo diventate rapidamente amiche, amiche mamme con – purtroppo- poco tempo per stare da sole insieme e parlare in pace ma sempre, nel piu’ e nel meno, vicine.
Cara Luisa, tu a stare sul palco e sotto i riflettori ci sei abituata, per questo non potevo non invitarti nel mio piccolo blog. Grazie infinite.
Puoi raccontarmi quando e per quale motivo sei arrivata qui a Monaco di Baviera?
Sono arrivata a Monaco alla fine del 2010, dopo aver vissuto a Venezia per una decina d’anni. Cosa mi ha portata qui? L’amore! E la necessità di trovare lavoro sia per il mio compagno che per me. Come ben sappiamo, la situazione lavorativa in Italia purtroppo non é delle migliori, soprattutto per chi vuole intraprendere la strada della ricerca. E quindi, eccoci qui!
Conoscevi gia’ questa citta’? Quali sono state le tue prime impressioni? Avevi vissuto in altre citta’ tedesche per avere un termine di comparazione?
Monaco la conoscevo già da alcuni anni, dato che il mio compagno stava facendo il dottorato presso un istituto di ricerca vicino a Monaco. Le prime impressioni della città sono quindi legate più ad un punto di vista quasi turistico. Il giro in centro, la visita turistica ai posti più conosciuti della città, la cena in birreria in compagnia di alcuni amici e poi il rientro domenicale a Venezia. Il tutto é chiaramente cambiato nel momento in cui mi sono trasferita. Il fatto di conoscere giá la cittá mi ha aiutata ad affrontare le prime difficoltà pratiche (richiesta di residenza, assicurazione sanitaria, ricerca del lavoro). I molti amici che abbiamo mi hanno aiutata e supportata molto. Non posso quindi dire di aver avuto una vera e propria doccia fredda, come molti forse hanno nel momento in cui si trasferiscono in una città completamente sconosciuta. Non avevo però ancora vissuto all’estero, in nessun’altra città tedesca. Ecco, questo é stato per me il grosso cambiamento: il dovermi confrontare ogni giorno con un mondo, una lingua e un modo di affrontare le cose completamente diverso.
Quali sono state le prime difficolta’ riscontrate, nella vita privata e nel lavoro? Come hai reagito?
Le prime difficoltà affrontate sono state quelle della ricerca del lavoro, non conoscendo ancora perfettamente la lingua. Non mi sono fatta scoraggiare e ho iniziato subito un corso intensivo di tedesco. Contemporaneamente ho preparato tutta la documentazione necessaria per inviare richieste di lavoro e ho cercato di conoscere i vari temi della mia professione in tedesco. Come? Ho passato intere mattine in biblioteca cercando sui vari libri di testo, i vari termini che riguardavano il mio lavoro. Divertente, ma anche molto stancante!
Hai un titolo di studio? Hai continuato ad utlizzarlo o ti sei reinventata? In che modo?
Mi sono laureata in Architettura per il Restauro a Venezia. Fortunatamente e inaspettatamente ho notato, già dalle prime offerte di lavoro, che anche qui a Monaco la richiesta di architetti per il restauro era notevole. Sono quindi riuscita, nonostante le prime difficoltà reali di comprensione, a continuare la mia professione. Ho dovuto chiaramente adattarmi ai nuovi sistemi e normative, ma dopo il primo grosso impatto é stato davvero divertente e interessante.
In che modo ti senti legata a questa citta’? Che valore aggiunto ha dato alla tua vita vivere qui?
In che modo mi sento legata a questa città…. é davvero una bella domanda! Devo ammettere che il primo periodo (durato un paio d’anni!) é stato duro. Avevo voglia di tornare a casa, avevo un rifiuto nell’accettare questa nuova vita… Dopo, quasi improvvisamente, ho sentito questa cittá come la mia cittá. Non mi sono piú sentita l’italiana, la straniera. Il vivere qui mi ha insegnato principalmente ad adattarmi con piú facilitá alle diverse situazioni.
Ti senti diversa da come sei partita? Se si, in che misura e sotto quali aspetti?
Si, assolutamente. La mia vita e il mio modo di pensare é cambiato. Soprattutto a livello professionale. Le prime difficoltá riscontrate nel primo periodo, mi hanno permesso di saper affrontare al meglio situazioni impreviste. Ho imparato a rispettare e a convivere con mentalitá e modi di vivere diversi dal mio, che mi hanno in parte arricchita.
Ti senti integrata? Hai avuto la possibilita’ di imparare bene la lingua locale, fatti storici e culturali, seguire aspetti sociali e sviluppare relazioni soddisfacenti con persone tedesche? Pensi che lo stato e la societa’ tedesche diano sufficienti mezzi e opportunita’ a riguardo?
Ora posso dire di sentirmi finalmente integrata. Non dico di non avere piú difficoltá o momenti difficili. Ma sono momenti, che pensandoci bene, potrei avere anche in Italia. L’aver deciso di creare una famiglia qui ha poi accelerato il processo di integrazione, dovendosi confrontare ogni giorno con la normale quotidianità. E questo ha portato ad aumentare l’interesse e la curiositá ad imparare e conoscere i vari aspetti della lingua locale, i fatti storici e culturali. Rimane un solo piccolo ostacolo o per meglio dire difficoltà, ossia la capacità di relazionarsi in modo spontaneo con persone tedesche. Credo, che quello che contraddistingue la mentalità italiana, sia proprio l’attitudine a creare dei rapporti o delle relazioni, anche a volte temporanee e brevi. Ho imparato nel corso degli anni che le relazioni di amicizia si basano soprattutto su un rapporto di fiducia. Fiducia che si crea con il passare del tempo e che può svanire anche per piccoli inconvenienti o incomprensioni. Mi manca per così dire il semplice spritz preso al bar, al volo, con un paio di amici incontrati per strada… devo dire però che la società e mentalità tedesca mette a disposizione diversi mezzi per poter socializzare e per poter affrontare questo problema.
Che aspetti apprezzi e non apprezzi della societa’ tedesca? Sono piu’ quelli che hai imparato ad apprezzare o a “criticare” nel corso del tempo? Puoi farmi qualche esempio?
Apprezzo molto in generale la società tedesca. La capacità di adattarsi in determinate situazioni. Se penso all’abilità e semplicità con cui organizzano il fine settimana o un picnic o una grigliata. Ho imparato molto dalla loro sistematicità e regolarità nell’organizzare il lavoro. Ho ancora, come dicevo, qualche difficoltà a capire il metodo con cui socializzare senza dover organizzare per forza qualcosa ogni volta!
Cosa ti manca di piu’ del tuo paese di origine? Come convivi con la tua provenienza e le tue radici?
All’inizio mi mancava molto il mio paese, dal modo di pensare al cibo, dal clima alla mia famiglia. Ora ho imparato ad apprezzare molte cose qui e la mancanza si è affievolita. Ormai sento qui di essere a casa. Non ho chiaramente dimenticato le mie radici e sono fiera di portarle avanti e di insegnarle alla mia famiglia. Ci sono molti italiani qui a Monaco e le attivitá da fare non mancano, il teatro ad esempio. Il teatro mi permette di far conoscere le mie radici anche alle persone che sono nate qui, tedesche. Lo ritengo un buon punto di incontro e confronto tra tradizioni e modi di pensare. Devo dire che non sopporto la ghettizzazione, la necessità assoluta di voler ritrovare qui quello che avevo in Italia. Mi piace piuttosto mescolare tradizioni e modi di pensare, arricchendo al tempo stesso il mio modo di vivere. Ho voglia di far conoscere le nostre tradizioni e al contempo approfondire i vari aspetti della vita quotidiana qui.
Senti che questo paese possa garantirti un futuro, per te e per tutte le persone coinvolte nella tua vita quotidiana (fidanzato, marito, figli etc.). Pensi – al momento – di poter rimanere qui ancora a lungo? Se si/ no perche’?
Si, assolutamente. Le esperienze che stiamo vivendo qui sono molto importanti. Ormai siamo tutti cittadini nel mondo. Non possiamo pensare di avere il nostro piccolo orticello, chiudendo gli occhi su quello che ci circonda. Il conoscere e affrontare ogni giorno nuovi modi di vivere e di vedere il mondo, ci aiutano a capire meglio forse le persone. L’opportunità di dare poi a propri figli la possibilità di imparare diverse lingue e diverse tradizioni, é una ricchezza a cui non voglio rinunciare. Tornare? No, per ora e per il prossimo futuro, direi proprio di no.